La “Saletta del Sarcofago” custodisce il sarcofago di Cajo Vettonio Fabia Massimo, Veterano, ornato di questa iscrizione:
D(is) M(anibus)
C(aius) Vettonius Fabia
Maximus, Veteranus, ex militia reversus, vivos ipse sibi fecit, inque
memoriam sui et colende sepolture rosis et escis, paganis
Misquilen(sibus) sestertios nummus octingentos dedit, ex cuius summe
reditu, rosam ne minus ex sestertiis nummis sedecim posuisse vellint et
reliquum, quot est ex usuris escas rosales et vindemiales, omnibus
annis, poni sibi voluit et loco uti iussit.
Agli dei Mani
Cajo Vettonio Massimo, della tribù Fabia,
Veterano, tornato dal servizio militare, fece da vivo (questo sepolcro)
per sé e in sua memoria e per onorare con rose e con offerte la (sua)
sepoltura, lasciò agli abitanti del pago di Misquile ottocento sesterzi
perché, dal reddito di questa somma, offrissero non meno di sedici
sesterzi di rose e, da quanto ancora si riceverà dall’impiego del
capitale, volle che gli offrissero, ogni anno, offerte a primavera ed
autunno e dispose che il sepolcro fosse accessibile (per portare le
offerte).
I pagani Misquilesi occupavano una plaga che abbracciava certamente tutta la pedemontana del Grappa.
Filologicamente eccezionali i due termini “Rosales et Vindemiales” indicanti “la Primavera e l’Autunno”.
Dal
1969, con una rievocazione storica in costumi romani, il desiderio
testamentario di Caio Vettonio è tornato d’attualità. Il sarcofago
meriterebbe, in loco, una sistemazione più decorosa! “Fu trovato a
Sant’Eulalia, nelle rovine della chiesa vecchia di San Cassiano,
collocata alla distanza di pochi passi dall’attuale” (G. Forlani,
Notizie d’Asolo antico - Museo Civ. di Asolo 1718, p. 89).
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