I formaggi di malga
L’attività
di alpeggio ha tradizionalmente un ruolo vitale nell’economia rurale
delle aree montane. Testimonianze scritte attestano sul Grappa la
presenza di insediamenti fissi, i “Cason”, già ai primi del 1600, ma il
pascolo dai vasti spazi erbosi, sottratti all’invadenza del bosco dalle
continue cure dei malgari locali, era praticato certamente molto prima.
Anticamente l’allevamento locale di animali era prevalentemente
costituito da ovini,
indice di un’agricoltura marginale e povera; nel secolo scorso la
diffusione dei bovini e l’affermarsi della razza Burlina, tipica del
Grappa e perfettamente adattata alle particolarità ambientali del
Massiccio, ne hanno determinato l’assetto attuale. Il latte prodotto in
montagna, mancando un tempo qualsiasi possibilità di trasporto a valle,
sia per la mancanza di mezzi meccanici che di viabilità adeguata (la
rete stradale attuale deriva dalle strade militari della guerra 15-18)
doveva essere lavorato in Malga. Il relativo isolamento del Massiccio
portò progressivamente all’affermarsi di alcuni formaggi tipici,
prodotti ancora attualmente e da considerarsi eredi di una tradizione
che si perde nella notte dei secoli. Ciò vale soprattutto per el Morlàc,
che viene prodotto esclusivamente sul Grappa. Di esso si hanno notizie
certe fin dalla metà dell’800. Si dice che a portare dalle nostre parti
la lavorazione siano stati i Morlacchi, un popolo nomade emigrato, nel
tredicesimo secolo dal Mar Caspio, prima in Dalmazia poi in Istria.
Esercitavano l’attività di boscaioli e di pastori ... e sembra che
alcuni di loro si siano trasferiti sul Massiccio del Monte Grappa nel
periodo della Repubblica di Venezia.
Durante
l’alpeggio si conducevano le mucche nei pascoli più ricchi. L’erba
migliore era quella ricca di trifoglio, in particolare di “strafói mat”
(Trifolium Repens), dal fiore bianco. Ottima era l’erba brucata nel
primo periodo dell’alpeggio, nel mese di giugno: l’abbondanza di fiori
ricchi di nettare determinava non solo un aumento della produzione di
latte, ma ne migliorava la qualità, rendendolo più aromatico e di
conseguenza facendo più gustosi anche il burro ed il formaggio.
El Morlàc
El
Morlàc è un formaggio abbastanza magro che si presenta a pasta tenera,
non morbida, bianca a taglio netto, con alcuni occhiolini gocciolanti e
anche se un po’ salato rivela una delicatezza ed un sapore particolari.
Per ottenere el Morlàc di ottima qualità si usa il latte della mungitura
serale filtrato e versato in recipienti larghi e bassi ora in acciaio
inox, un tempo di abete o di acero, e riposto nel “casón da aria” o la
“giazéra”. Scremato per affioramento per circa I’80% si unisce quello
del mattino intero e raccolto nella caliera di rame o di acciaio, lo si
porta a temperatura di 34-35°C, si aggiunge il caglio e lo si lascia
coagulare 35 minuti circa, poi si rompe la cagliata formatasi e la si
gira per 3-4 minuti. Si lascia riposare per 10 minuti finché i pezzi si
uniscono ancora, formando una grande palla. Successivamente con dei
cesti in vimini, o di plastica, si estrae il formaggio che viene messo a
sgocciolare e al mattino seguente si sala in superficie. Ogni forma si
gira tre volte al giorno sempre salandola in entrambi i lati. Con il
passare del tempo la forma si consolida, diminuisce in altezza,
aumentando di diametro e assume il caratteristico colore Rosa-Paglierino
che la contraddistingue.
Il Bastardo
II
Bastardo è un altro tipico formaggio a stagionatura, grasso o semi
grasso, a pasta dura cotta e leggermente bucherellata. Oltre che nelle
malghe veniva prodotto in tutte le famiglie contadine, sia durante
l’alpeggio che nella stagione invernale. Da qui il nome caratteristico
“formaggio Bastardo”. Ha un sapore dolce, intriso di uno stimolante
sapore di erbe, che si fa leggermente sapido e piccante in quello
stagionato. Meno personale del Morlàc, è comunque un formaggio che
acquisisce sapori e profumi diversi a seconda della malga in cui viene
prodotto. Infatti il pascolo, il clima, il fuoco a legna, la tecnica del
malgaro, sono i maggiori marcatori del gusto di questo formaggio.
Il burro e la ricotta
Utilizzando
il siero della lavorazione di questi formaggi si ottiene dell’ottima
ricotta dal sapore caratteristico. Con la panna ottenuta
dall’affioramento del latte si produce un burro di ottima qualità.
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