sabato 7 giugno 2014

Addio Gasper, artista bohémien


 Ciao Gasper. Gli ultimi mesi erano stati di sofferenza, dentro e fuori dal Ca’ Foncello, con quel cuore malandato, quei polmoni disastrati, senza nessuna allegria. Già, l’allegria. Perchè Luciano Gasper, icona della piazza trevigiana senza essere trevigiano, era stato un uomo allegro, generoso, intellettualmente vivacissimo, capace di epiche “baraccate”, grande... reppresentazione di sè. Uno degli ultimi retaggi del vivere “alla Comisso” di una città che era stata Piccola Atene e che, da allora, è cresciuta soprattutto in cigliosità, divieti e tristezza. Luciano Gasper ha salutato la compagnia a 69 anni.
 «Cineasta, regista e maestro della pittura», lo definisce Gianpaolo Zorzo nel recente libro «Essere di Marca» che raggruppa personaggi trevigiani di spicco. Nella foto allegata, dal suo corpaccione spunta il volto sorridente che gli ricordiamo: Ciano Gasper è stato molto di più e rappresenta un periodo della trevigianità, quello che va soprattutto dagli Anni ’70 agli Anni ’80, fatto di avventura, di provincialismo sano, curioso, spesso in viaggio, spesso al centro dei mille appuntamenti della cultura nazionale e internazionale. Magari con ruoli non centrali, ma ben vissuti. Lo ricorda l’amico Neno Abiti: «Gasper era arrivato da Mestre, dove era già della cerchia di pittori e personaggi che giravano attorno a Patty Pravo. Quando lei se ne andò a trovar fortuna al Piper, Ciano venne a Treviso e aprì una nuova parentesi». Con Comisso avviò la stagione del premio Grolla d’Oro, fu animatore del Cenacolo degli artisti trevigiani, a Malta divenne accademico grazie alla stima dell’artista Francoise Tempra. Intanto scriveva poesie, dipingeva, faceva lo sceneggiatore e il regista, firmando opere cone «Luci e colori del Veneto» e «La sporca guerra», oppure cimentandosi come attore (non in parti principali, ma ottimo caratterista) ben appoggiato da amici sinceri come Alberto Sordi. Amico di Gasper era anche il figlio dell’ex presidente della Repubblica, Gronchi, ma guai a dire che Gasper andasse all’accatto di favori: signore, innanzitutto, anche nei periodi meno fortunati (e con tanti presunti amici ad approfittare dei suoi periodi finanziaramente floridi). Premi, per le sue opere filmiche o pittoriche, gli arrivarono da tutta Italia, a Cortina era una delle figure più conosciute, a Malta era noto e riverito. Mai uno screzio con gli altri amici pittori - e nell’ambiente si tratta di una rarità -, la sua ultima uscita ufficiale era stata una cena del «Mangiar d’artista» celebratasi sulle Mura in occasione della suggestiva Festa dell’Oca. In quella occasione si era anche misurato con altri amici e colleghi, in un clima a lui congeniale: quello del cenacolo, dello star bene assieme. Da qualche tempo non lo si vedeva più nei suoi «piccoli santuari di piazza». Un ricovero per gravi problemi di respirazione, le dimissioni, poi un altro ricovero. Era chiaro a tutti che il suo fisico stava consumando l’ultima battaglia. In punta di piedi. Non è ancora stato decisa la sede dei funerali, che si svolgeranno lunedì. (a.f.)

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