giovedì 12 maggio 2022

 

Eurosostenibilità – Sostenibilità ambientale nelle aziende: cosa cambia dopo il Covid? – La selezione informativa di Konsum srl

 


Continua l’impegno di selezione informativa di Konsum srl, per proporre il meglio della riflessione sui temi della sostenibilità

Un noto aforisma di Albert Einstein recita “La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi” e la recente pandemia globale può costituire un’importante occasione per apportare un significativo cambiamento nelle abitudini personali e aziendali orientandole verso un grado crescente di sostenibilità. Le imprese, in particolar modo, possono unire il momento della ripartenza post pandemica con l’introduzione di nuove modalità operative che consentono di rendere il proprio passaggio sulla Terra il meno impattante possibile.

Pandemia e sostenibilità

La singolare convergenza storica, economica e sociale che si è verificata negli ultimi due anni ha fatto sì che l’emergenza sanitaria e il tema della sostenibilità si incrociassero in maniera inesorabile.

È trascorso poco più di un anno da quando Greta Thunberg ha portato all’attenzione mediatica l’importanza del tema del cambiamento climatico e dall’Agenda ONU 2030: questa, in particolare, si rivela un punto di partenza molto importante per gli imprenditori che devono fare proprio un nuovo modo di fare impresa, affiancando al tradizionale concetto di sostenibilità economica quello di sostenibilità ambientale.Tuttavia, è opportuno sottolineare come la pandemia globale abbia avuto delle ripercussioni negative non solo sul tessuto economico delle aziende, ma anche sugli investimenti e i cambiamenti aziendali in tema di sostenibilità aziendale.

Per avere un quadro complessivo delle conseguenze della pandemia sull’economia mondiale è possibile partire dalle informazioni fornite dallo studio “Global ESG Equity Strategy – Beyond the Pandemic: The Green-Shaped Recovery” di Credit Suisse (Settembre 2020). Secondo l’analisi, si sono verificate delle forti ripercussioni sulla crescita economica dei mercati dei paesi sviluppati: basti pensare al profondo calo del PIL -9,8% negli Stati Uniti nel secondo quadrimestre dell’anno, il -12,1% nell’Eurozona e oltre -20% nel Regno Unito. Se si possono registrare analoghe conseguenze nei Paesi in via di sviluppo, bisogna al tempo stesso sottolineare il forte rimbalzo del PIL cinese che ha registrato +11,5% nel secondo trimestre.

Verso una ripresa green

Di pari passo, è cresciuta anche la consapevolezza che i quasi 10 trilioni di dollari introdotti nel mercato durante la pandemia devono concretizzarsi in programmi di ripartenza che accompagnino l’economia globale verso un nuovo paradigma di crescita e che attutiscano gli impatti di lungo termine degli eventi del 2020. Al tempo stesso, si assiste alla necessità sempre più forte di affrontare le sfide del cambiamento climatico a lungo termine. Di conseguenza, è interessante notare come le politiche di sostenibilità ambientale siano diventate una parte sostanziale e crescente dei programmi di recupero annunciati; in questa prospettiva sembra che si sti delineamento un paradigma di ripresa verde.

Su questo tema un’analisi di Heidi Garrett-Peltier (docente del Political Economy Research Institute dell’Università del Massachusetts) suggerisce che gli investimenti nell’ambito delle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica potrebbero essere tre volte più efficaci in termini di creazione di posti di lavoro nella fase di costruzione rispetto agli investimenti nelle aree tradizionali a combustibili fossili. Analogamente, IRENA (International Renewable Energy Agency) stima che entro il 2050 l’industria mondiale delle energie rinnovabili potrebbe offrire quasi 42 milioni di posti di lavoro, quadruplicando quelli attuali.

L’onda verde post Covid

Secondo quanto stimato dall’analisi condotta da Credit Suisse, l’onda verde annunciata dai governi di tutto il mondo in concomitanza con la ripresa post covid-19 avrebbe raggiunto un volume d’affari pari a 1,71 trilioni di dollari e, in prospettiva, potrebbe raggiungere i 5 trilioni di dollari. È opportuno sottolineare che questi dati fanno riferimento unicamente alla spesa pubblica (o federale nel caso degli Stati Uniti) e non includono gli investimenti dei privati e dei locali che contribuiscono in maniera sostanziale agli investimenti green.

Tra i principali destinatari di questi fondi ci sono:

trasporti e infrastrutture: 308,53 miliardi di dollari; in particolare ai veicoli elettrici sono destinati 243,56 miliardi di dollari.

transizione energetica: 183,21 miliardi; in particolare alle energie rinnovabili sono destinati 106,02 di dollari.

efficienza energetica ed economia circolare: 44,74 miliardi di dollari.

Tuttavia, è interessante notare che 1,1 trilioni di dollari di finanziamenti verdi devono ancora essere assegnati a mercati finali specifici.

Trasporti e infrastrutture

Ad oggi sono quasi 309 miliardi di dollari i fondi destinati dai governi allo sviluppo verde post Covid del settore dei trasporti e delle relative infrastrutture. Tale importanza è giustificata dal fatto che questo settore rappresenta il 55% del consumo mondiale di petrolio ed è responsabile del 22% delle emissioni di anidride carbonica mondiale. Di conseguenza, le principali sfide che questo settore deve fronteggiare sono:

favorire il cambiamento di abitudini dei consumatori, disincentivando l’impiego dell’auto a favore del trasporto pubblico, dell’utilizzo di biciclette o mezzi elettrici;

ottimizzare l’efficienza energetica dei trasporti esistenti;

investire per migliorare le reti dei trasporti dal punto di vista della sostenibilità ambientale.

L’importanza della transizione energetica

Secondo quanto stabilito dall’Agenda ONU 2050, la decarbonizzazione è uno degli obiettivi principali da raggiungere per poter contenere le conseguenze negative del cambiamento climatico. Su questo tema l’AIE prevede che le emissioni globali di carbonio nel settore energetico diminuiranno del 70%, anche se – di pari passo – crescerà la generazione di energia elettrica del +46% dal 2018 al 2040.

Tra le rinnovabili che condurranno il cambiamento c’è il mix perfetto tra energia eolica e solare che, insieme saranno in grado di coprire la generazione del 40% dell’elettricità entro il 2040. Su questi dati incoraggianti bisogna considerare le conseguenze del COVID che si stima possa comportare un calo del 10% degli investimenti rinnovabili e spostando gli obiettivi in un’ottica di più lungo termine.

Economia circolare

L’economia circolare è una componente fondamentale per poter raggiungere gli obiettivi proposti dall’Agenda ONU 2030 dal momento che è improbabile che la transizione energetica e le misure di efficientamento energetico possano essere sufficienti. Su questo tema la ricerca della Ellen Macarthur Foundation sottolinea che quasi la metà delle emissioni generate dalla produzione di cemento, alluminio, plastica e dell’industria food possono essere ammortizzate grazie alle soluzioni strategiche dell’economia circolare; allo stesso tempo è possibile raggiungere alcuni obiettivi secondari come la riduzione, il recupero e la sostituzione dei prodotti in plastica.

In contesto così variegato e composito come quello attuale, le aziende sapranno cogliere la sfida di rendere più sostenibile la propria filiera produttiva dal punto di vista ambientale, sociale e della governance?

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mercoledì 4 maggio 2022

Eurovinum - A Bertinoro l'azienda biologica di Raffaella Alessandra Bissoni

  Nel 2019 la rete internazionale Borghi d'Europa presentava a Milano nella sede del Parlamento Europeo, il progetto di 10 Percorsi Internazionali.

Fra questi Eurovinum,il Paesaggio della Vite e del vino, itinerario finalizzato alla scoperta dei contenuti storici e culturali che si ‘nascondono’ dietro la produzione del vino.

Nel dicembre dello stesso anno il Consorzio Vini di Romagna organizzava a Milano un Banco di Degustazione presso The Westin Palace Hotel (Vini ad arte on the road Albana e Sangiovese Un racconto di Romagna).

I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa erano intervenuti per degustare e conoscere le aziende, al fine di approfondire il capitolo del Sangiovese.

Oggi quel viaggio del gusto viene ripreso, con le note di informazione tracciate dai giornalisti, note di informazione che costituiscono la base per l'inserimento delle aziende nel Percorso Internazionale Eurovinum.




Il sogno di Raffaella Bissoni era valorizzare Sangiovese e Albana, i vitigni tipici della Romagna, per creare vini di qualità attraverso un paziente lavoro in vigna, rispettando la natura e i suoi cicli, mettendo in ogni bottiglia la passione e l’amore per le cose fatte bene.

Così, nel 1988, sul colle di Casticciano, un balcone affacciato sul mare e sul borgo medievale di Bertinoro, ha dato vita alla Cantina che porta il suo nome.

E ancora oggi lavora seguendo gli stessi valori per realizzare lo stesso sogno.


L’agricoltura biologica “naturale conservativa di Raffaella Bissoni


Si usano tanti termini oggi per definire un’azienda “green”, alla fine ho convenuto che il termine “naturale conservativo” potesse esprimere bene quello che facevo. Non lavoro i terreni, lascio che le erbe selvatiche autoctone crescano liberamente e provvedo a effettuare tagli (trinciature) solo in certi periodi dell’anno.”


Così Raffaella racconta l’origine del termine “naturale conservativa” associato alla sua personale idea di agricoltura; un’agricoltura ben lontana dalle metodologie intensive mirate alla massima produttività, concentrandosi invece su un rispetto totale della natura, della terra e di tutto ciò che rende un particolare territorio “unico”.


Il risultato di questo modello di agricoltura? Un terreno dall’alta prolificità, ricco di specie autoctone, di erbe officinali e fiori selvatici nati e cresciuti naturalmente che permettono il mantenimento della naturale vita del territorio, dalla flora alle tante tipologie di insetti, tra cui anche le api, così “sacre” per il nostro ecosistema e, allo stesso tempo, così a rischio anche a causa di pesticidi.


E proprio tutto questo contribuisce a creare questo terroir unico e inimitabile, di cui ogni vino da noi prodotto diviene perfetta incarnazione.


Ovviamente il concetto di agricoltura biologica naturale conservativa influisce anche sul terreno e sulle sue caratteristiche. Infatti, questo prato, non essendo mai lavorato ma solo tagliato, permette la formazione del micorrize nelle radici, un micorrize autoctono naturalmente, che agevola lo scambio di sostanze nutritive fra le piante. Come ormai è risaputo, si tratta di un un prezioso alleato naturale in agricoltura, perché amplifica l’apparato radicale delle piante, assicurando un maggiore assorbimento di acqua e nutrienti e contemporaneamente protegge le radici dagli attacchi dei patogeni, formando un manicotto protettivo.


Per trovare il perfetto equilibrio in questo tipo di prati, occorrono molti anni di “non lavorazioni”, così da consentire, con un lento processo naturale, ai semi delle piante selvatiche che si trovano nelle aree adiacenti alle vigne di espandersi e posizionarsi dove il terreno richiede il loro aiuto. Un esempio è dato dalla nascita di piante fissatrici di azoto laddove il terreno necessita di questa sostanza.


Per questi motivi, nella nostra valle i terreni non vengono più lavorati e anche nel caso di nuovi vigneti procediamo sempre all’impianto su inerbimenti preesistenti.


Questo comporta sicuramente una difficoltà in più per la piccola vite, ma le viti che riescono a superare questa fase diventano poi più resilienti in un periodo di cambiamento climatico evidente come quello che stiamo attraversando.


Il risultato “pratico” e tangibile di questo sforzo lo possiamo riscontrare nell’elevata qualità dell’uva e soprattutto nei sentori tipici e caratteristici dei vini della nostra cantina, riconoscibili e unici, vera espressione del terroir dell’azienda Bissoni.


Tuttavia, in azienda non ci siamo fermati qui: abbiamo anche aggiornato le nostre tecniche di potatura passando alla “scuola” di Simonit e Sirch, molto più rispettosa della vite e in grado di migliorare la prevenzione alle malattie della vite.


Una cosa non cambierà mai: il vino è fatto con l’uva e la qualità dei vini dipende dalla qualità dell’uva. Da qui, l’impegno costante di Raffaella e la famiglia Bissoni per mantenere elevata la qualità delle proprie uve e permettere così di ritrovare nei propri vini la migliore espressione di questo terroir e della filosofia di agricoltura adottata, attraverso profumi e sapori di ogni bottiglia.”


Il Sangiovese viene proposto in alcune versioni : Romagna Doc Sangiovese Bertinoro 'Girapoggio',

Romagna Doc Sangiovese Superiore 'Riserva Bissoni', Romagna Doc Sangiovese Bertinoro Riserva 'Vigna Colecchio'.

Tutti questi vini verranno degustati nelle tappe che il Percorso Internazionale Eurovinum realizzerà.nel corso del 2022 e del 2023.

Un gruppo di giornalisti italiani e non, racconterà con linguaggio multimediale l'esperienza dell'incontro con i vini di Raffella A.Bissoni..