sabato 7 giugno 2014

Bat, il pittore della luce. Franco Batacchi 1912-1971

BAT il pittore della luce. Franco Batacchi 1012-1971
La formazione di Franco Batacchi è alquanto singolare. Entrato nel mondo del lavoro a soli dieci anni, è passato dall’incisione su oro all’elaborazione di fotografie artistiche, all’orologeria e alla decorazione a fuoco di vetro e ceramica. Assunto come decoratore nella storica fabbrica trevigiana di ceramiche Fontebasso, a diciotto anni l’Istituto Veneto Piccole Industrie gli conferisce un diploma di merito per il settore “disegno applicato alla ceramica”.
Ripresi gli studi, nel 1933 si diploma al liceo artistico di Bologna e nel 1937 espone per la prima volta in una collettiva della Fondazione Bevilacqua La Masa, accanto a pittori che sarebbero diventati i protagonisti dell’arte a Venezia nella seconda metà del Novecento ( Saetti, Santomaso, Pizzinato, Turcato, Vedova).
Dal 1940 insegna disegno al Seminario vescovile di Treviso (fino al 1965), continuando nelle sue ricerche pittoriche e impegnandosi in attività di varia natura: da stilista a scenografo, curatore e allestitore di mostre. Nello stesso periodo inizia la collaborazione con varie testate locali e nazionali, producendo disegni, caricature e reportage. Nel 1955 riceve il primo premio alla decima Mostra nazionale della caricatura di Trieste, dove partecipano le maggiori firme della grafica satirico-umoristica.
In pittura espone nel 1942 all’undicesima collettiva d’arte trevigiana, organizzata dal critico d’arte e saggista Bepi Mazzotti, in una compagine che contraddistingue l’ambiente artistico cittadino, tra cui Giovanni Barbisan, Lino Bianchi Barriviera, Sante Cancian, Nando Coletti, Carlo Conte, Alberto Martini, Gino Rossi. Caratteristiche fondamentali delle sue opere in quegli anni sono una calibrata concezione del rapporto spazio-forma.
Ingegno poliedrico, alla fine della guerra si applica nel campo della meccanica, brevettando vari congegni da lui inventati. Animatore di eventi culturali in città, nel 1951 apre con l’amico Celio Perazzetta la Galleria del Libraio, qualificata libreria con annessa sala destinata agli incontri, in cui organizza mostre d’arte, conferenze e letture di testi poetici.
Realizza per la Garbuio Film documentari sulle ville venete collaborando con Bepi Mazzotti e il regista e fotografo Giuseppe Fini. A Treviso, nel Salone dei Trecento, nel 1957 cura l’allestimento della storica mostra di Antonio Canova.
Verso gli anni Sessanta la sua produzione pittorica si fa più omogenea, orientata a una precisa cifra stilistica, ed è a quel periodo che la mostra dà particolare risalto. Paesaggi e nature morte diventano pittura lirica, fatta di elaboratissime pennellate, la cui essenza sta nella ricerca della luce.
Partecipa a numerose collettive e delle sue opere, tra gli altri, scrivono Luigi Coletti, Enzo Demattè, Decio Gioseffi, Mario Lepore, Piero Nardi, Salvatore Maugeri, Paolo Rizzi.
Nel 1969, insofferente dell’atmosfera cittadina, decide di ritirarsi a Pedeguarda di Follina; due anni dopo muore improvvisamente per infarto. Carattere solare, dotato di sense of humour, uomo forte e generoso, aveva per amici fraterni lo scultore Toni Benetton e il poeta Andrea Zanzotto: “figure gigantesche nei rispettivi ambiti eppure tenute ‘tra parentesi’ dai poteri dominanti” ha scritto in un libro dedicato al padre, Franco Batacchi jr, promotore appassionato, insieme al fratello Renzo, di questa mostra che non potrà vedere realizzata, essendo deceduto la notte dello scorso Natale.
Il catalogo dà l’opportunità di approfondire la figura di artista e di uomo di cultura di BAT attraverso i testi dei curatori, Elsa Dezuanni e Ennio Pouchard, e di Franco Batacchi jr (che ha scelto le collaborazioni), Luigina Bortolatto, Giuseppina Dal Canton, Giovanni Granzotto, Vittoria Magno, Eugenio Manzato.

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